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Peggy Guggenheim

  • Immagine del redattore: granade
    granade
  • 9 apr 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 23 apr 2020

La grande signora "dell'Avanguardia".

Racconto di vita e di conquiste di una donna che ha fatto la storia del Novecento (a modo suo).


Peggy Guggenheim, Credits Photo: @arte.tv

Peggy Guggenheim, Credits Photo: @arte.tv



Peggy Guggenheim, pseudonimo di Marguerite Guggenheim, è stata una famosa collezionista d’arte statunitense. Nata a New York nel 1898, da una famiglia di ricchi industriali e collezionisti d'arte, a soli 21 anni erediterà la fortuna del padre (cifra che ad oggi sarebbe corrisposta a più di 34 milioni di dollari), morto durante la tragedia del Titanic.


Da giovane iniziò a lavorare in una libreria di New York per cercare di emanciparsi, frequentando numerosi circoli e salotti letterari, luogo dove per la prima volta entrò a diretto contatto con le Avanguardie. Li conoscerà anche il suo primo marito, il pittore dadaista Laurence Vail, che sposerà a Parigi nel 1922 e che le darà due figli. Sarà grazie a lui che avrà modo di conoscere altri esponenti delle avanguardie europee e americane, tra cui Man Ray e Marcel Duchamp.


Nel 1928 divorzia dal marito e inizia a girare per l'Europa assieme ai suoi figli, conoscendo numerose personalità, che segneranno profondamente il suo percorso di vita.


“Ero molto più interessata alla letteratura che all'arte, posso dire che sono entrata in questo mondo per errore.”

Eterna viaggiatrice, passerà molto tempo in Europa, dove nel 1938, a Londra, insieme a Jean Cocteau, inaugurerà la galleria Guggenheim Jeune: è la prima di una lunga serie di collezioni, che la renderanno una delle più importanti sostenitrici delle correnti artistiche della prima metà del Novecento.


Impassibile anche alla guerra, nel 1939 acquisterà una grande quantità di opere per trasformare la sua piccola galleria londinese in museo, dove espose, tra le molte, opere di Pablo Picasso, Piet Mondrian, Salvador Dalì, Max Ernst, Constantin Brancusi.

Photo Archivio Cameraphoto Epoche. Donazione, Cassa di Risparmio di Venezia, 2005

Photo Archivio Cameraphoto Epoche. Donazione, Cassa di Risparmio di Venezia, 2005


Viste le sue origini ebraiche sarà costretta a ritornare negli Stati Uniti, dove continuerà la sua ricerca di pittori e scultori emergenti, che grazie a lei conobbero la fama. E' questo il caso di Jackson Pollock, negli anni quaranta, ancora agli inizi della sua carriera, che riuscì a entrare in contatto con le Avanguardie proprio grazie alle esposizioni di Peggy.


Finita la guerra, e più precisamente nel 1949, innamorata di Venezia e dei suoi giochi di luce sull'acqua, acquisterà un palazzo , Venier dei Leoni, per adibirlo a spazio espositivo per la sua collezione (che l'anno precedente era stata esposta alla Biennale) in continua espansione.

II Palazzo prima di venire acquistato da Peggy Guggenheim era di proprietà della Marchesa Luisa Casati, che il celebre D’Annunzio ribattezzò “La Divina Marchesa”, e della quale un dipinto è custodito oggi al muso.


“Ogni ora del giorno porta dentro di sé un miracolo in termini di luce.”


In quel luogo così magico per lei, oggi sono conservate le sue ceneri, che si pensi proteggano il museo e lo facciano prosperare ancora. Peggy Guggenheim morì nel 1979 all'età di 81 anni a Camposampiero. La sua intera collezione e il palazzo passarono alla Fondazione Solomon Guggenheim, fondata da suo nonno molti anni prima.




L'eccentricità come stile di vita: gli eccessi di una donna che guardava l'arte con occhi diversi


Credits Photo: Peggy Guggenheim Collection



Cani, occhiali e orecchini stravaganti (ad esempio quelli che si è fatta fare dal suo amico, nonché famoso artista Calder), ecco tre parole che potrebbero descrivere al meglio questa donna fuori dagli schemi. I primi li amò così tanto da seppellirli nel giardino del palazzo Venier dei Leoni, così da averli sempre al suo fianco. I secondi mi piace pensare che li indossasse per vedere il mondo con un'altro "filtro".


Le leggende narrano che la sua collezione fosse così vasta perché acquistava un quadro al giorno, senza neanche chiedere il prezzo: investiva sui talenti emergenti che all'epoca svendevano le proprie opere, anche per pochi soldi, sapendo che un giorno sarebbero valsi molto di più.

Fu la prima credere nella potenza espressiva delle donne, delle quali opere espose nella sua celebre mostra "31 women" tenutasi a Londra negli anni trenta.


Molti furono i suoi amori, uomini d'arte, sempre e soltanto. Li trovava più affascinanti e divertenti rispetto a qualsiasi uomo d'affari che sarebbe tanto piaciuto a sua madre (forse questo il motivo del loro burrascoso rapporto). Il primo fu suo marito, Laurence Vail, dal quale si separò comunque molto presto.

Il secondo uomo arrivò dalla calda Saint-Tropez, dove conobbe uno scrittore con la passione per l'alcool da quattro soldi, che morì pochi anni dopo il loro primo incontro. Il suo nome era John Holmes e si dice fosse stato il suo più grande amore.

Nel 1941 ci scappò anche un secondo matrimonio, stavolta con il pittore Max Ernst, che però ebbe vita breve: nel 1943, infatti, divorziarono.


Non c'è che dire, Peggy e la sua celebre stravaganza la portarono ad essere una delle più celebri mecenati donne che questo mondo abbia mai avuto: libera, potente e affascinate, ecco a voi la storia di Peggy Guggenheim.



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